Chamtrul Rinpoche – Buddhismo tibetano e vegetarianesimo

 

Chamtrul Rinpoche ci parla di buddhismo e vegetarianesimo.

Nel Buddhismo Tibetano la possibilità o meno di mangiare la carne può dipendere dal tipo di tradizione e di percorso che si segue.

Il punto chiave risiede nella motivazione. Il desiderio di riempire semplicemente il proprio stomaco sarebbe una motivazione sbagliata. Il desiderio di agire la non-violenza è invece corretto.

Ci sono alcune situazioni, però, che dipendono dall’ambiente, dalla cultura e così via, di cui bisogna tener conto.

In generale, la carne che eventualmente si può mangiare è quella “pura” ossia non bisogna aver visto, sentito o avere il dubbio che qualcuno abbia ucciso per farci arrivare quel cibo.

I praticanti della tradizione Mahayana sono mossi dall’amore e dalla compassione verso altri esseri senzienti.

Se la motivazione è totalmente pura, mangiare carne diventa possibile e anche se apparentemente sembra un’azione negativa, colui che la compie di fatto sta facendo un’azione virtuosa.

In realtà avere una motivazione pura non è per nulla facile e riguarda esseri evoluti.

Chi vuole praticare il Dharma, dunque, deve diventare vegetariano? La risposta è che essere vegetariani va bene ed è il modo più semplice di salvaguardare i voti, ma è importante capire che la motivazione principale è l’amore la compassione e la pura percezione, i quali se pienamente sviluppati permettono di non essere vegetariani.

Fonte canale YouTube Anima TV: https://www.youtube.com/@nonsoloanimatv

 

fiore di loto

 

Una riflessione su questa tematica del Maestro Zen Daishin Malagodi

Daishin Malagodi

 

Link della pagina web del Maestro Zen Daishin: https://www.facebook.com/DaishinAlfredoMalagodi

 

fiore di loto

 

Precetti buddisti sul cibo – Venerabile Thubten Chodron

Il venerabile Thubten Chodron spiega la prospettiva buddista sul digiuno e su come i praticanti osservano i precetti buddisti relativi al cibo. Impostare la traduzione automatica per avere i sottotitoli in italiano.

Per ulteriori insegnamenti buddisti, visitare http://www.sravasti.org e http://www.thubtenchodron.org

 

fiore di loto

 

Riflessioni buddhiste riguardanti il mangiare la carne

 

Myanmar - questua

Myanmar – questua del cibo

 

I praticanti del sentiero Mahayana evitano di mangiare carne ( i precetti del bodhisattva affermano che non si deve mangiare carne) e osservano i sei giorni di digiuno (al mese). I praticanti Theravada seguono le indicazioni delle scritture dove il Buddha parla del mangiare le “tre carni pure” e “cinque carni pure”.

Sia i sutra Mahayana sia quelli Theravada sostengono la compassione e la protezione della vita.

Il Buddha spiega poi che la carne può essere mangiata solo in tre occasioni: “quando non si vede, non si sente e non si sospetta” che l’animale è stato macellato per noi. Questa è la sua posizione tipica, ripetuta in tutto il canone, sulla questione del consumo di carne.

Mangiare le “tre carni pure” è un mezzo abile fornito ai praticanti del Buddhismo che bramano ancora la carne. Pur sapendo che mangiare carne crea karma, la gente non riesce ad abbandonare subito le proprie abitudini e pensa che senza carne non sia un vero pasto. Da qui il Buddha stabilì il mezzo abile delle “tre carni pure”.

“Tre carni pure” significa che la carne assunta deve soddisfare tre requisiti in modo da essere pura e non causare trasgressione:

  • Primo, “non aver visto” si riferisce alle persone che al mercato, avendo assistito all’uccisione di polli e anatre, pensano che la carne sia quindi molto fresca. Essi non solo lasciano che gli animali vengano uccisi, ma sono anche motivati a comprarne la carne. Queste persone non hanno una mente compassionevole: mangiare questa carne è una non-virtù.
  • Secondo, “non aver udito” vuol dire che se sentiamo le grida di agonia di un pollo o di un’anatra mentre vengono uccisi, non dovremmo mangiarne la carne.
  • Terzo, “non aver sospettato”, significa che quando siamo dal macellaio o al mercato, sappiamo che il pollo è stato comprato dal proprietario del negozio e non è stato ucciso appositamente per noi. Se andiamo a casa di un amico o di un parente per Capodanno, tutti riconoscono che si tratta di un’occasione rara per stare insieme e quindi si uccide di proposito un pollo allo scopo di prepararci un sontuoso banchetto. Se mangiamo questa carne, allora creiamo karma negativo. Rifiutando di mangiare carne, questo pollo non sarebbe morto a causa nostra. In base alla compassione, non solo noi stessi non uccidiamo, ma non chiediamo neanche agli altri di farlo per noi. Alcune persone hanno paura di uccidere, quindi chiedono ad altri di aiutarli ad uccidere un pollo, un’anatra o un pesce per poi mangiarli. Ciò è simile al convincere gli altri ad uccidere al posto loro: diventano complici del crimine, le loro menti sono avvelenate e l’atto è non-virtuoso.

Se desideriamo proteggere le nostre vite, godiamo di buona salute e tuttavia non possiamo diventare completamente vegetariani, dovremmo almeno mangiare “le tre carni pure”. Dopo che ci siamo abituati a mangiare le tre carni pure, scopriremo gradualmente le nostre radici virtuose e coltiveremo la mente compassionevole. Possiamo quindi fare un passo avanti e mangiare le “cinque carni pure”. Ovvero mangiare solo carne che soddisfi queste tre condizioni più due addizionali:

  • una, che sia “morto naturalmente”. Se l’animale è morto naturalmente per malattia, vecchiaia o  incidente, allora possiamo cibarcene. Ma le persone oggi pensano che la carne di un animale morto per malattia o vecchiaia sia insalubre. Quindi, non c’è molta possibilità di mangiare questo tipo di carne oggigiorno.
  • Un’altra regola è che siano “resti lasciati dagli uccelli” e cioè resti di animali montani che sono stati mangiati da animali selvatici e uccelli. Di nuovo, anche questo oggi avviene raramente.

Quindi, potremmo anche rinunciare a mangiare del tutto la carne ed essere del tutto puri.

 

OSSERVARE I SEI GIORNI DI DIGIUNO

Un altro mezzo abile per praticare il vegetarianismo è quello di osservare i “sei giorni di digiuno”. Molte persone, per compassione, si astengono dal mangiare carne a colazione o nel primo giorno del mese. Ciò è buono. Ma non è una pratica descritta nelle scritture Buddhiste. E’ solo un mezzo abile per la gente. Secondo le scritture, per raggiungere veramente dei benefici, dovremmo osservare i “sei giorni di digiuno”. Essi sono l’ottavo, il quattordicesimo e il quindicesimo nella prima metà del mese (lunare), il ventitreesimo e gli ultimi due giorni del mese. In quei sei giorni dovremmo astenerci completamente dal cibarci di carne di esseri senzienti e mantenere la purezza di corpo, parola e mente. Gli occhi vedono solo ciò che è idoneo, le orecchie sentono solo ciò che è appropriato, la bocca non chiacchiera alle spalle o diffama gli altri, la mente si mantiene lontana da pensieri illusori, il corpo svolge unicamente buone azioni – questo significa osservare veramente i sei giorni di digiuno. Alcune persone prendono anche gli Otto Precetti Mahayana e di digiuno durante questi sei giorni o in qualunque altro momento. Tutto ciò può aumentare i meriti ed eradicare gli ostacoli karmici.

In realtà, questi sei giorni di digiuno sono solamente mezzi abili.

Nel Buddhismo, la motivazione per diventare vegetariani è interamente basata sulla compassione.

La comunità di Triratna (termine sanscrito con cui nel Buddhismo si intendono il Buddha, il Dharma e il Saṃgha, talora indicati anche come Triplice Gemma o Triplice Rifugio o Tre Tesori e sono gli elementi a cui ricorrono i buddhisti per trovare rifugio; li considerano le principali guide spirituali, ed hanno il seguente significato: • Buddha. • Dharma. • Sangha) ha sempre incoraggiato il vegetarianismo ed il veganismo.

 

Santuario Vale da Rainha

Santuário Vale da Rainha

 

Essere vegetariano o vegano è essere buddhista nel senso che sei consapevole di quello che stai facendo e delle conseguenze di quello che stai facendo e si basa non solo sulla consapevolezza ma anche sulla compassione.

Il vegetarismo fa parte di un principio radicato nel Buddhismo, ovvero che stiamo cercando di essere empatici e di vivere una vita di gentilezza.

Un fondamento chiave dell’etica buddhista è l’identificazione con altri esseri viventi. Diventare consapevoli che anche altri esseri vogliono essere liberi dalla sofferenza e vivere uno stile di vita basato su questa visione, ti porta più in armonia con tutto ciò che vive.

Molto spesso si crede che diventare vegetariani sia molto difficile, ma in realtà apre un mondo completamente nuovo, il cibo che si mangia ci piace molto di più ed il più delle volte si impara anche a cucinare. Molte persone prima di diventare vegane non avevano mai preparato una piatto in vita loro, e dopo divengono abili cuochi.

Probabilmente le azioni dei vegetariani non fermeranno l’intera industria della carne o dei latticini nel corso della loro vita, ma ogni singola persona che si impegna a diventare vegetariana o vegana salverà la vita di migliaia di animali. C’è quella storia di due amici che camminano lungo una spiaggia. Centinaia di stelle marine sono state spazzate via dalle maree, prosciugandosi e morendo sulla riva. Uno dei ragazzi, camminando, raccoglie le stelle marine e le getta di nuovo nell’acqua. L’ amico dice: “Perché ti preoccupi? Ci sono migliaia di stelle marine, non farai mai la differenza.” Il ragazzo che le ha buttate in acqua risponde: “Fa la differenza per questa stella marina».

Essere buddhisti e non mangiare carne è qualcosa che facciamo perché vogliamo essere più compassionevoli. Non è qualcosa che ci rende migliori di altre persone o che ci conferisce uno status speciale.

L’essere vegetariani non deve essere nel modo più assoluto un fattore divisivo ed un consiglio utile potrebbe essere quello di concentrarci su ciò che abbiamo in comune con chi mangia carne piuttosto che su ciò che ci divide. È possibile avere relazioni profonde e soddisfacenti con persone che non sono vegetariane o vegane e questo può dipendere dal fatto che ci sia rispetto.

Spesso la tua famiglia e i tuoi amici non-vegetariani non sono disposti a sostenerti nella tua pratica etica e potresti essere sfidato per il tuo essere vegano, avrai bisogno di molta forza per restare fedele ai tuoi mezzi e seguire il tuo impegno.

Essere più in armonia con tutto ciò che vive è fondamentale per la pratica buddhista e molto piacevole.

È anche vero che un buddhista non vegetariano non è una contraddizione perché essere buddhista non ti rende automaticamente perfetto.

 

Buddhsimo ed “etica situazionale”

Un approccio buddhista a questa tematica è anche quello di una morale pragmatica che tiene conto delle situazioni concrete e non si basa su principi ed il fatto che un’etica si basi su dilemmi specifici e irripetibili, non significa che manchi di valori guida.

In questo l’atteggiamento del Buddha è molto diverso da quello tipico delle religioni organizzate, che hanno nelle regole uno dei principali collanti, ma anche dei rifermenti che consentono agli aderenti di avere delle certezze, dei punti saldi su cui fare affidamento.

Nel caso del consumo di carne, un approccio situazionale e pragmatico prenderebbe in considerazione in primo luogo quanti più elementi possibile: l’uso della terra in cui gli animali sono allevati, come l’animale viene trattato, la sofferenza che la sua uccisione comporta, la misura in cui le proteine animali sono necessarie per la propria salute, le opinioni e le pratiche della religione o della cultura a cui si appartiene, i propri scrupoli morali riguardo al togliere la vita, e così via. Credo che la posizione presa dal Buddha su questo argomento sia stata dettata da una valutazione simile sui tanti bisogni e percezioni correnti in contrasto tra loro.

Valutare caso per caso, prendere in considerazione tutti i fattori che entrano in gioco. L’atteggiamento “situazionale” del Buddha non si presta ad alcun punto di vista definitivo.

Si racconta di un fatto avvenuto nella comunità del Maestro Thich Nhat Hanh; nei centri da lui fondati o a lui ispirati si segue una dieta indubbiamente vegana, senza eccezioni. Il maestro zen mette questa scelta in relazione con il desiderio di non nuocere ulteriormente alla Terra, già gravata dalla crisi climatica e ambientale. Ma allo stesso tempo rifiuta uno schieramento di tipo ideologico o dogmatico. In risposta a una sua seguace che si era dichiarata entusiasta di far parte di una comunità vegetariana, il monaco zen decise di mangiare pollo a cena quella stessa sera, molto probabilmente per la prima e ultima volta nella sua vita…

 

qui e ora

 

Mangiare non vegetariano è eticamente sbagliato? – Sadhguru

 

In questo video, girato durante la campagna Cauvery Calling dello scorso ottobre, Sadhguru risponde alla domanda di Hariprriya (nota attrice dell’India del Sud) su cosa ne pensi riguardo al consumo di cibo non vegetariano.

Per maggiori informazioni sulla campagna Cauvery Calling: • Cauvery Calling -…
Per acquistare piccoli alberi a sostegno della campagna: https://www.ishaoutreach.org/en/cauve…

Video originale: • Is Eating Non-Veg…
Tradotto da Volontari Isha

Yogi, mistico e visionario, Sadhguru è un maestro spirituale con una particolarità. Con una sorprendente miscela di profondità e pragmatismo, la sua vita e il suo lavoro servono a ricordare che lo yoga è una scienza contemporanea, di essenziale importanza per l’epoca in cui viviamo.

4 ago 2020

Video & Blog sul Sito: http://www.sadhguru.org

 

fiore di loto

 

Yoga – Bisogna essere Vegetariani?

 

E’ necessario seguire una dieta vegetariana per fare Yoga?
E’ una domanda che mi viene posta molto spesso e ne discutiamo in questo video.

Fonte: http://www.lascimmiayoga.com

 

fiore di loto

 

Rajendra Kumar Kanphade – Yoga, vegetarismo e sport

 

Quasi tutti i problemi sarebbero risolti se diventassimo vegetariani, ci racconta il tuffatore indiano Rajendra Kumar Kanphade.
11 gen 2015

Fonte: canale YouTube Veggie Channel

 

qui e ora

 

Un punto di vista medico

 

Dottor Franco Berrino: diete vegetariane perché fanno bene.

Se fino a qualche anno fa rappresentava una ristretta nicchia, oggi quella dei vegetariani e dei vegani è una realtà concreta. Il loro numero è aumentato rispetto al passato, così come è cresciuta la consapevolezza che mangiare in modo sano fa bene alla nostra salute.
Infatti, come spiega il dottor Franco Berrino in questo video: “La dieta vegetariana ha tanti vantaggi rispetto alla dieta degli onnivori nel senso che è meno ricca di proteine, ma noi oggi mangiamo troppe proteine. Nel senso che è più ricca di tutto quel meraviglioso cocktail di sostanze protettive che ci sono nella frutta e nella verdura e nei cerali integrali”.
28 apr 2015

Fonte canale YouTube Avventisti: https://www.youtube.com/@ottopermilleavventisti

 

Dieta vegetariana: attenzione alle carenze alimentari

 

Fonte Canale YouTube Radio 24: https://www.youtube.com/@Radio24video
27 feb 2017

 

qui e ora

 

La scienziata Margherita Hack (12 giugno 1922 – 29 giugno 2013) parla del suo essere vegetariana

 

Margherita Hack parla del suo essere vegetariana e del perché faremmo bene a esserlo tutti. Durante il suo intervento pone una domanda importantissima: “Noi ci domandiamo se gli animali hanno una coscienza? Ma io mi domanderei: Noi abbiamo una coscienza?”

22 marzo 2017

 

qui e ora

 

Intervista all’artista Franco Battiato (23 marzo 1945 – 18 maggio 2021)

 

Franco Battiato

 

Intervista a Franco Battiato

“- Lei è vegetariano, vero?

– Sì. Non critico chi mangia carne, questa è una mia scelta venuta con il tempo. Per esempio: ho smesso di mangiare pesce in un secondo tempo. In Sicilia frequento degli amici pescatori bravissimi che mi hanno voluto coinvolgere nella pesca di fondo. Alle tre di una notte di agosto ho pescato un pesce, ma quando lui mi guardò e io ho corrisposto il suo sguardo, è come se ci fossimo capiti ed ho deciso di ributtarlo in acqua e da allora non mangio più pesce. Un’esperienza analoga mi ha portato a decidere di non andare a cavallo. Ci monto sopra e sono felice. Tiro a sinistra lui fa resistenza ed io ho deciso di scendere, perché ho pensato: ma siamo pazzi? Perché deve sentire il mio peso di ottanta chili sulla schiena? Lo so che molti dicono che è nato per quello, ma io non accetto la regola della preda
e del predatore anche in natura. La capisco ma non la accetto.

-Ha degli animali?

-Non direi così, loro vengono da me e mi fanno compagnia. Cani e gatti che non considero animali, ma esseri. Con loro ho una comunicazione reale. Non amo la cattività, non li tengo legati a delle catene, per questo mi sono stati avvelenati quattro cani.”

 

 

qui e ora

 

Un punto di vista vegano

 

Anche le piante soffrono: ma cosa c’entra con l’essere vegan?

Quella della sofferenza delle piante è forse tra le obiezioni più utilizzate per rinfacciare ai vegani una – presunta – ipocrisia legata alla propria scelta di vita. Affermare, però, che “anche le piante soffrono” e che di conseguenza anche i vegani ne causino ad esseri viventi (non senzienti) espone la tesi dei detrattori ad alcune falle logiche non indifferenti, visto che i maggiori consumatori di piante al mondo sono gli animali che finiscono sulle tavole di onnivori, flexitariani o pescetariani. Insomma, se si tiene davvero al dolore delle piante, in realtà la scelta vegan è sempre la migliore: ci spiega perché in questo reel Giusy Marrocchella, Graphic Designer di VEGANOK. 🌱

 

Fonte: canale YouTube VEGANOK

 

qui e ora

 

lotus

Skip to content